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Fino al XVIII secolo le principali fonti scientifiche in ambito archeologico ed antropologico erano la Bibbia e la filosofia Aristotelica. In queste fonti era chiaramente espresso il concetto che la struttura sociale delle civiltà e culture di ogni tempo fosse sempre stata di tipo patriarcale, mentre mai era esistita una di tipo matriarcale.

Nel 1700 però i racconti di viaggio degli esploratori dell'allora sconosciuto nordamerica cominciarono a riferire di società di nativi dove il potere era esercitato e tramandato da figure femminili attraverso una linea matriarcale. Poco dopo, durante i primi del 1800 il celebre giurista, storico ed antiquario svizzero Johann Jakob Bachofen (1815-1887), insieme all'antropologo americano contemporaneo Lewis Morgan (1818-1881), cominciò a sostenere che probabilmente le società patriarcali fossero ovunque state precedute da società matriarcali, per periodi generalmente brevi e legati ad un processo di maturazione sociale che doveva essere comune a tutte le culture in formazione.

Queste ipotesi, non comprovate, furono accolte da diversi grandi archeologi come Gordon Childe ed il più celebre Jaques Cauvin, da studiosi del calibro di Sigmund Freud, e prese a supporto delle loro nascenti teorie sociopolitiche da personaggi come Marx ed Engels dando così ad esse il massimo risalto e diffusione fino a tutto il XX secolo.

Le prove scientifiche di queste ipotesi sembrarono concretizzarsi nei primi scavi del sito neolitico di Catalhoyuk, in Turchia, uno straordinario insediamento urbano risalente al 7000 a. C. ed abitato in maniera continuativa per quasi 12 secoli. Durante gli scavi tra il 1961 e il 1965 il responsabile J. Mellart dell' Università di Londra, ben a conoscenza delle ipotesi sul matriarcato, vide immediatamente nelle piccole sculture in argilla che raffiguravano donne dalla pronunciata steatopigia assise su troni e con le mani poggiate su teste di felini (leopardi probabilmente) la prova che in passato il potere fosse stato indubbiamente esercitato da donne. Le pubblicazioni delle conclusioni di Mellaart ebbero una grande eco presso il pubblico, soprattutto quello europeo che sarà impegnato da lì a poco a fronteggiare le rivendicazioni del nascente femminismo, ma fu soprattutto l'archeologa Marija Alseikaite Gimbutas (1921-1994) dell' Università della California ad associare definitivamente il concetto di Dea Madre ai reperti femminili di Catalhoyuk, allargando questo principio anche alle realtà arcaiche europee.
Nel suo libro "Gods and Goddes of Old Europe" pubblicato per la prima volta nel 1990 ed edito ancora oggi (Paperback - ISBN: 0520046552) affermava con forza l'evidenza del collegamento tra matriarcato e i reperti archeologici di Catalhoyuk, sostenendo conseguentemente che in Europa il matriarcato si fosse instaurato in un periodo successivo a quello di Catalhoyuk in seguito all'espandersi dell'agricoltura, seguito poi dal patriarcato associato alla comparsa della metallurgia, del cavallo da sella e della guerra.

L'evoluzione delle società arcaiche appariva in questo modo perfettamente definita, sostenuta com'era dall'evidenza archeologica e dalla logica, ma l'antropologia culturale negli ultimi decenni ha vieppiù rifiutato, costretta anche dai più recenti studi, una visione dell'evoluzione sociale così generalizzata. L'idea di società arcaiche matriarcali o patriarcali sta ormai definitivamente tramontando, la realtà è diversa e, come al solito, più appassionate.

Proprio il sito neolitico di Catalhoyuk è stato recentemente oggetto di studi approfonditi allo scopo di stabilire la reale struttura sociale della popolazione che lo abitava nei periodi più antichi.

Una equipe capitanata dal prof. Ian Hodder (autore di uno splendido articolo sull'argomento comparso recentemente su "Scentific American") ha eseguito una serie di comparazioni alla ricerca di evidenti differenze tra i reperti umani e i manufatti di entrambi i sessi, partendo dal presupposto che se vi fosse stata una separazione dei compiti o una differenza nelle posizioni e negli incarichi sociali sarebbero obbligatoriamente emerse da questo tipo di confronti.

Ad esempio l'esame nucleare dei resti ossei di 62 scheletri di entrambi i sessi, appartenenti a diversi nuclei familiari e provenienti dalla stessa area di scavo, finalizzato a rilevare evidenti differenze di alimentazione tra gruppi di strati sociali gerarchicamente separati non ha portato ad alcun risultato. Nessuna differenza di alimentazione tra uomini e donne è stata riscontrata laddove se uno dei due gruppi si fosse trovato in posizione dominante ci si sarebbe dovuto attendere anche una differenza in termini alimentari, in quanto sarebbe stato privilegiato nel consumo di cibi in termini di qualità e quantità.

Anche lo studio della dentizione non ha portato a risultati di alcun tipo. Il consumo di cibi privilegiati a causa della carica sociale avrebbe influito sull' usura dei denti, mentre benché nelle mascelle femminili sia stata riscontrato un maggior numero di alveoli vuoti l'usura da alimentazione non ha messo in evidenza alcuna differenza tra i due sessi.

Quindi uomini e donne di Catalhoyuk mangiavano gli stessi cibi, senza differenze o privilegi di sorta.

Forse, se a tavola uomini e donne godevano degli stessi diritti, probabilmente era nelle attività lavorative e quotidiane che le gerarchie sociali diventavano evidenti e la struttura matriarcale avrebbe finalmente espresso tutto il suo potere.

Invece lo studio degli scheletri e delle tracce di usura delle ossa anche in questo caso non hanno rivelato alcuna differenza sostanziale. Se è evidente che le donne conducessero una vita più sedentaria ed orientata all'agricoltura mentre gli uomini si dedicavano alla caccia, non esistono differenze tali da poter fare supporre che uno dei due gruppi fosse sottoposto a fatiche maggiori dell'altro, ne tanto meno che ne fosse schiavo o succube.

A dimostrazione di tale condizione di parità è la presenza sulla faccia interna delle costole degli scheletri di entrambi i sessi di uno strano residuo caliginoso. Tale residuo è stato poi dimostrato essere in effetti fuliggine e cenere respirate durante le attività domestiche dai soggetti mentre erano in vita e depositati sui lati interni delle costole dopo la morte, con la dissoluzione dei polmoni.

La quantità di questo deposito presente in individui maschi e femmine era pressoché identica, a dimostrazione che anche il tempo passato tra le mura domestiche fosse lo stesso per entrambi i sessi.

Le uniche differenze riscontrate nello studio dei reperti scheletrici è che gli uomini erano mediamente più alti delle donne mentre queste erano un po' più rotondette, il che ci riporta direttamente alla "signora del leopardi" dalle forme steatopigiche, riportandola ad una dimensione più reale ed allontanandola dal concetto di Dea Madre.

Si è cercato di rilevare differenze di ruoli e quindi di gerarchie studiando gli usi mortuari del popolo di Catalhoyuk. Se per esempio nella disposizione dei corpi nelle tombe o nel corredo funebre rinvenuto fossero emerse differenze tra uomini e donne allora si sarebbe potuto a ragione parlare anche di differenze sociali, ma nulla di tutto questo è emerso dalle ricerche. Nessuna differenza sistematica nella posizione dei corpi o nella disposizione all'interno dell'area di sepoltura (i morti erano seppelliti sotto il pavimento dell'abitazione principale), né nell'oggettistica del corredo funebre. Uomini e donne erano uguali anche di fronte alla morte.

A Catalhouyk esisteva una usanza particolare ed assolutamente determinante per definirne il tipo di società, matriarcale o patriarcale: sì è infatti riscontrato che le famiglie spesso conservavano la testa dei loro morti più importanti, probabilmente capi famiglia o addirittura di dinastia, tagliandola dal corpo dopo un anno circa dalla sepoltura ed utilizzandola poi a scopi cerimoniali (il culto delle teste sarà poi ereditato dai Celti in Europa). In questo caso se la discendenza fosse stata di tipo matriarcale o patriarcale sarebbe stato molto semplice stabilirlo. Le famiglie avrebbero conservato prevalentemente la testa di donne o uomini, mentre anche in questo caso gli scheletri senza testa erano tanto maschili che femminili, quindi entrambi i sessi erano soggetti allo stesso culto ed dovevano aver ricoperto identiche cariche famigliari o sociali.

Anche lo studio della suddivisione del lavoro tra le mura domestiche, dove a causa dei rigidi inverni si passava molto tempo, non ha portato ad alcun tipo di risultato. Differenze di ruoli e gerarchiche si sarebbero riflesse nelle attività domestiche, come la preparazione dei cibi o la realizzazione di utensili di pietra. Ma a quanto pare, così come constatato anche presso altre culture, non vi erano particolari differenze tra la ripartizione di queste attività. Schegge di pietra lavorata sono state trovate perfino tra la cenere del forno della cucina, non difficile immaginare un uomo o una donna, o forse entrambi, vicini, intenti a scheggiare ossidiana mentre tengono d'occhio la cottura della carne...

Le uniche differenze riscontrate tra maschile e femminile a Catalhoyuk si evidenziano nell'arte, prevalentemente raffigurativa ed incentrata su scene ritualistiche di caccia, evidente appannaggio maschile. Le figure femminili in queste rappresentazioni sono limitatissime, mentre sono decisamente più numerose nei manufatti in argilla, dove spesso le figurine di donne steatopigiche sono associate all'agricoltura. In entrambi i casi comunque grande importanza era data agli elementi ritualistici di fertilità, sia maschile che femminile, rappresentata da sculture falliche e nicchie che all'interno delle statuette femminili, spesso ritrovate nei granai domestici, erano predisposte a contenere un seme. Il ciò fa desumere una religiosità arcaica prevalentemente orientata agli aspetti della fertilità della terra, essendo donne e piante spesso raffigurate insieme, ma soprattutto delle prede animali, tipica di una civiltà in cui la caccia rappresentava ancora l'aspetto più importante per la sopravvivenza della comunità.

Fu solo in tempi più recenti, quando l'agricoltura prese il sopravvento sulla caccia, probabilmente grazie a nuove tecniche o utensili agricoli, che con la conseguente comparsa della proprietà privata (lo si riscontra dai simboli incisi sul vasellame) la divisione tra i sessi divenne più marcata ed ebbe inizio anche una evidente differenziazione tra i ruoli, dove l'agricoltura divenne una attività spiccatamente femminile comportante anche una serie di rituali specifici.

In conclusione possiamo affermare che presso questa ed altre civiltà arcaiche non sia mai esistita una cultura fondamentalmente matriarcale o patriarcale, ma anzi una uguaglianza tra i sessi estesa ad ogni aspetto della vita e del quotidiano, nonché dell'oltretomba. Matriarcato e patriarcato risultano invece essere strutture sociali molto più tarde legate ad un più profondo inurbamento della civiltà locale e ad un aumento delle necessità organizzative e di sostentamento della comunità.

Copyright
Autore: Galad 'r Noz | Pubblicato il: 16/03/2004

Bibliografia
Mellaart James, Catalhyouk: A Neolitic Town in Anatolia, 1967
Hodder Ian, On the surface: Catalhyouk, 1993-95
Balter Michael, Why Settle Down? The Mistery of Comunities, in "Science" vol. 282 pp. 1442-1445, 1998
Kunzig Robert, A Tale of Two Archaeologist, in "Discover" 20 pp 84-92, maggio 1999

Fonti
Ian Hodderl, Pari opportunità all'età della pietra, Le Scienze, febbraio 2004, pp 76-83

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