15 marzo 2002
Ventidue anni fa, nel lontano 2002, venne stabilita l'Associazione Culturale Bibrax, oggi divenuta una più articolata iniziativa culturale. Un vero e proprio faro di passione e conoscenza capace di richiamare entusiasti amatori di storia, mitologia e tradizione sotto la sua calda e brillante aureola. Oggi, tale luce brilla forse ancora più intensamente, ma non è possibile dimenticare le sue umili origini, radicate nel mito degli Athrawon, della cultura di Bibracte e nell'amore indomito per la civiltà celtica.
In quei tempi nostalgici, l'associazione Bibrax svolgeva il ruolo di cantastorie, risvegliando storie vere ma dimenticate, rivestite di rustiche vesti di esotismo e avvolte nel velo della condivisione culturale. I suoi membri, seguaci appassionati di una cultura lontana ma ciononostante eternamente affascinante, si assumevano il compito, per puro amore e senza alcuna intenzione di lucro, di soddisfare le curiosità e la sete di conoscenza di coloro che venivano attratti dalle loro favole fatte di Storia, e Storie che sembravano favole.
Allora come ora, il principio che guidava e guida l'associazione, era quello della divulgazione e condivisione, senza scopi politici, senza etichette religiose, senza fini di lucro. L'obiettivo primario: diffondere ed ampliare la cultura moderna legata alla civiltà celtica, proponendo attività ludico-sportive e meditative, seminari, conferenze e concerti, valorizzando la natura e i paesaggi, e perseguendo un'educazione rivolta alla conoscenza delle antiche culture europee.
E diremmo ancora oggi, come avremmo fatto in quel lontano 2002, che il tutto viene svolto senza cadere in sterili accademismi, in un'atmosfera familiare che respinge qualsiasi forma di schieramento politico, sociale o religioso. Oggi Bibrax affonda le sue radici ancora più in profondità nel tessuto culturale italiano, offrendosi anche come luogo di incontro unico e affascinante, un tassello essenziale nella mosaico della cultura celtica nazionale.
Così, mentre ci immergiamo nei ricordi di quel radioso 2002, non possiamo fare a meno di sentire un senso di ammirazione e rispetto per questa iniziativa e per il lavoro che ha svolto in questi 22 anni. Possiamo solo sperare che continui a perseguire la sua missione culturale ed educativa nei prossimi anni, illuminando il cammino di tutti coloro che desiderano imparare e celebrare le meraviglie della civiltà celtica e ritrovare le proprie personali antiche e profonde radici storiche.