Vi è una interessante e profonda differenza tra la religione celtica e quella dei germani, degli scandinavi, dei greco latini e con le religioni preesistenti l'arrivo del druidismo in Europa, di cui purtroppo abbiamo scarse informazioni.
Questa differenza consiste nel fatto che nonostante non si possa parlare dei celti come di un solo popolo omogeneo, unito ed organizzato, la loro religione era di gran lunga la più strutturata e gerarchizzata del mondo occidentale di allora, coincidendo in molti punti con quella dei bramini dell'India.
Stiamo ovviamente parlando del druidismo e dei suoi sacerdoti, i Druidi, il cui nome non deriva come alcuni studiosi in passato avrebbero supposto dal termine dorowid (drwid), che significa "Quercia", ma proviene dalla radice foneticamente assai simile dervo (drv), che invece significa "sapiente", già più in linea con ciò che questi sacerdoti e filosofi erano veramente. Ciò nonostante l'interpretazione del reale significato di questo termine è ancora molto discussa, anche se infine è molto probabile che esso contenga entrambe i significati di "Sapiente", dal suffisso wid sul quale sono in accordo tutti gli studiosi, e "Quercia" dal prefisso dru. Quindi il significato reale sarebbe "Conoscitore della Quercia" o anche "Conoscitore dell'Albero", dove per Albero si può anche intendere l'albero cosmogonico, comune anche ad altre culture europee.
Resta comunque abbastanza limitante pensare ai Druidi semplicemente come ai sacerdoti dei celti, essendo le loro funzioni ben più estese di quelle di un prete moderno o di un prete come lo si poteva intendere presso gli egiziani o i latini, senza dimenticare che in alcun testo a loro contemporaneo che trattasse dei Druidi e del Druidismo è specificato che il loro esclusivo compito fosse quello dell'amministrazione della religione. Per ironia del caso, se presso il grande pubblico la figura del Druido assume quasi esclusivamente l'aspetto di mago e sacerdote, accademicamente accade proprio il contrario e non è raro vederli considerare solo come dei filosofi.
Alla luce della documentazione storica e delle recenti ricerche archeologiche dobbiamo invece considerare i Druidi come i componenti di una casta che rifletteva esattamente la concezione celtica del cosmo. In una società in cui non esisteva distinzione tra sacro e profano, poiché nulla era profano, ecco che i sacerdoti di questa religione erano anche i depositari della cultura, delle tradizioni e delle conoscenze tutte, oltre che, ed ecco l'originalità del druidismo, uomini profondamente attivi nella società, spesso come guerrieri e principi. Come dimenticare d'altronde Diviziaco che abbigliato come un guerriero e con la caratteristica mantellina bianca dei Druidi, ritto di fronte al senato Romano ed appoggiandosi al suo scudo, perorava la causa degli Edui e degli altri popoli celtici contro l'invasione dei popoli germanici.
E' interessante notare come anche Cesare li indichi nei suoi scritti sempre con il termine Druides e solo in un paio di occasioni con il corrispettivo latino di sacerdote, sacerdos, evidentemente troppo limitante anche ai suoi occhi.
Ed è ancora interessante notare che la massima importanza del ruolo di questi personaggi all'interno della società celtica sia rilevabile anche tramite i colori ad essi attribuiti. Infatti nella letteratura di questi popoli ad ogni casta è attribuito un colore diverso: blu, verde e giallo per la classe produttrice, alla base dell'economia celtica, rosso per la classe guerriera, ma utilizzato anche per indicare la "conoscenza" (in Irlanda il Dagda, dio supremo, è detto Ruadh Rohfessa "il Rosso della Scienza Perfetta") ed infine il bianco che viene esclusivamente riservato ai Druidi e che in tutte le lingue celtiche (dalla radice vindo-s diviene find in irlandese, gwin in gallese, gwen in bretone) significa anche "bello, sacro". A questo proposito è da segnalare l'errore che il neo-druidismo commise nell'attribuire il blu ai bardes, i vati, e il verde ai vates, gli indovini, tant'è che in tutte le lingue celtiche non esiste differenza tra i termini "blu" e "verde" che vengono puntualmente riassunti nel termine glas, che significa appunto, blu, verde e grigio.
La comparazione e l'incrocio delle fonti storiche e mitologiche ci permette oggi di distinguere le diverse specializzazioni esistenti nella casta sacerdotale celtica:
Filidh: Si occupava delle profezie, e dei riti divinatori in genere, ma sono soprattutto conosciuti come poeti e cantastorie, assimilabili ai Scelaige dell'alto medievo irlandese ancora non cristianizzato.
Liaigh: E' un guaritore, specializzato nell'applicazione delle tre medicine: magica, chirurgica e vegetale.
Brithem: Si occupa della trasmissione e dell'applicazione della legge.
Gutuater: L'Esortatore, l'Invocatore, che guidava i riti invocando la presenza e l'ascolto dell'Annwyn.
Alla luce quindi dell'esatta collocazione di questi personaggi nell'ambito della società celtica si può affermare con una certa sicurezza che i Druidi ed il druidismo non potevano che esistere all'interno di questi ambiti, ovvero all'interno di una cultura indipendente basata fondamentalmente sull'aspetto sacrale della realtà, con una lingua specifica ed originale ed infine non subordinata o convertita ad altre religioni. E' quindi evidente che tutti gli attuali sforzi portati avanti da sedicenti movimenti che vantano un qualche collegamento diretto con questa antica casta devono considerarsi assolutamente privi di fondamento, benché sia fortemente probabile che sparuti elementi dell'antico sapere iniziatico dei Druidi, o forse anche a loro precedente, si siano conservati e tramandati fino ai nostri giorni, adattandosi in parte ai tempi, rivestendosi di nuovi aspetti o più spesso nascondendosi tra i rari e discreti perpetuatori di quelle antiche tradizioni.
Saggi, sciamani e guerrieri forse ancora esistenti in qualche luogo dell'Europa nord-atlantica e qualcuno dei quali potrebbe essere anche molto più vicino a noi di quanto non si pensi.