eMail Log inLog in
Menu
logo

Le vasche monumentali dei Celti

More in this section

informationQuesto è solo un estratto. Leggi l'articolo originale.

Le vasche monumentali dei Celti, costruite durante l'età del Ferro, rivestono un'importanza non solo pratica ma anche rituale e astronomica.

Queste strutture, molte delle quali sono state rinvenute in vari oppida celtici come Bibracte, Argentomagus e in santuari come quello alle sorgenti della Sequana, sono caratterizzate dall'uso di materiali litici di alta qualità e dimensioni considerevoli.

Una delle più significative è il bacino di Bibracte, una città spesso menzionata da Cesare nel "De Bello Gallico" e nota per essere stata sede di una avanzata scuola druidica. La vasca del santuario di Bibracte, costruita attorno alla metà del I secolo a.C., è di forma ellittica ed è geograficamente centrata nell'oppidum degli Edui, alleati di Cesare.

L'architettura della vasca segue criteri astronomici, in particolare l'orientazione dell'asse minore, che è diretto verso la stella Antares durante la sua levata eliaca, segnando l'inizio dell'anno celtico e la festa di Trinox Samoni.

Questo orientamento suggerisce una profonda conoscenza della geometria pitagorica da parte dei druidi, testimoniata dalla progettazione della vasca basata sul triangolo rettangolo "3, 4, 5", una scoperta associata alla scuola pitagorica del IV secolo a.C. Anche il bacino di Argentomagus, coevo a quello di Bibracte, mostra un'orientazione astronomica nella sua struttura quadrata, che si allinea con i punti di sorgere delle stelle Rigel e Capella, associate rispettivamente alle feste celtiche di Imbolc e Lugnasa.

Questa pratica riflette l'importanza dell'astronomia nella vita dei Celti, come corroborato dalla letteratura epica irlandese che documenta l'educazione druidica ricevuta dal leggendario capo dei Fianna, Finn. In generale, l'uso delle vasche monumentali e la loro costruzione riflettono la connessione intrinseca tra l'astronomia e le pratiche spirituali e quotidiane dei Celti, evidenziando il ruolo dei druidi come non solo leader spirituali, ma anche esperti matematici e astronomi.

L'analisi della struttura dei Nemeton, cioè dei recinti sacri, costruiti dai Celti durante l'età del Ferro suggerisce che l'Astronomia rivestì un ruolo fondamentale sia nella scelta dei siti in cui furono edificati sia nella loro orientazione rispetto alle direzioni astronomiche fondamentali sia nella definizione della struttura costruttiva.

Capita di frequente di trovare all'interno degli oppida delle vasche rituali dotate di efficentissimi sistemi di canalizzazione atti al rifornimento idrico.

I reperti archeologici suggeriscono che i criteri costruttivi furono tali da indurre gli archeologi a classificare tale vasche come "bacini monumentali" sia dal punto di vista della qualità e della quantità dei materiali litici impiegati sia per quanto riguarda le loro dimensioni.

Gli archeologi hanno trovato traccia di quaste costruzioni in svariati oppida celtici tra i quali vanno segnalati Bibracte, Argentomagus, Glanum, Marsiglia, Lugdunum, Bourges, Vaison, Mackwiller (Basso Reno), Metz, Lons-le-Gaunier (Jura), Saint Maur e in alcuni santuari quali quello di Montbui e quello posto presso le sorgenti della Sequana, (il nome gallico della Senna, il fiume che attraversa Parigi).

Generalmente la forma delle vasche rituali è quadrata o rettangolare come nel caso di Marsiglia, Lione, Bourges e Vaison, ma non mancano casi di vasche semicircolari come a Glanum o di forma circolare, esagonale o ottagonale come rileviamo a Metz, Lons-le-Gaunier nel Giura, a Saint-Maur
e a Montbui.

Nel caso del santuario delle fonti della Sequana e soprattutto a Bibracte il cui bacino era di gran lunga il più importante di tutti la forma è ellittica.

I bacini monumentali rivestivano la funzione pratica di collettori d'acqua, ma anche valenza rituale considerato che i Celti attribuivano caratteristiche divine alle fonti e all'acqua stessa.

La stessa Sequana era considerata una dea e il santuario posto alle sue fonti era ricco di offerte votive.
La progettazione e la direzione dei lavori di edificazione erano compiti di pertinenza dei druidi, per questo è naturale aspettarsi che sia la scelta del luogo sia la forma e l'orientazione dovessero sottostare a criteri di natura rituale.

è naturale quindi aspettarci che l'Astronomia potesse aver rivestito qualche ruolo importante nella progettazione.

Al di là dell'orientazione eminentemente equinoziale della vasca posta alle sorgenti della Sequana
In questa sede sono stati esaminati tre bacini rituali, quello di Bibracte quello di Argentomagus e quello posto alle fonti della Sequana.

Il Bacino Monumentale di Bibracte

Il bacino monumentale di Bibracte (ricostruzione)Il bacino monumentale di Bibracte (ricostruzione)

Il "Bacino Monumentale" di Bibracte è una vasca di forma ellittica costruita in pietra, destinata a contenere dell'acqua e costruita grosso modo intorno alla metà del I secolo a.C.

Geograficamente essa si trova al centro di quello che era l'Oppidum di Bibracte, la capitale dello stato degli Edui. La tribù degli Edui rimase, salvo un breve periodo, alleata di Cesare durante tutta la guerra di Gallia.
L'Oppidum di Bibracte è frequentemente citato da Cesare nel "De Bello Gallico" e per quanto ci è dato di conoscere, questa città fu sede durante il I secolo a.C. di una scuola druidica tra le più avanzate della Gallia.

Diviziaco, consigliere di Cesare, era druido a Bibracte e sia Cesare che Cicerone lo descrivono come un uomo in grado di discorrere brillantemente di questioni naturali (Physiologia) con i migliori intellettuali romani.

Ritornando al bacino, il suo asse maggiore è lungo circa 11 metri e il suo asse minore è lungo 4 metri. Secondo le misure, l'asse maggiore è orientato 36.4 gradi ad est rispetto al meridiano astronomico locale, e questo implica che l'asse minore sia diretto verso un punto dell'orizzonte locale distante 126.4 gradi dalla direzione Nord del meridiano astronomico.

Le prime ipotesi indicarono la possibilità che l'asse minore della vasca rituale fosse diretto verso il punto dell'orizzonte dove il Sole sorgeva al solstizio d'inverno durante il I secolo a.C, ma da analisi più approfondite condotte con tecniche più moderne e sofisticate è risultato invece che l'asse minore del bacino è diretto, con pochissimo scarto, verso il punto di prima visibilità della stella Antares quando è in levata eliaca, cioè il primo giorno di visibilità all'alba poco prima del sorgere del Sole.
Tale evento indicava la data della festa di Trinox Samoni e il conseguente inizio della stagione invernale e dell'anno celtico.

Intorno al 50 a.C. la levata eliaca di Antares avveniva secondo i calcoli il giorno 23 Novembre del calendario giuliano all'alba del quale un osservatore posto presso il bacino monumentale vedeva la stella spuntare da dietro il monte Le Porrey, la maggior altura, poco più di 800 metri sul livello del mare, posta entro il perimetro dell'oppidum.
Il fenomeno poteva anche essere osservato per riflessione sull'acqua proprio nel centro della vasca.

Una volta riconosciuta l'orientazione astronomica possiamo mettere in evidenza quali furono i criteri costruttivi della vasca ellittica che sono emersi analizzando i dati raccolti.
Tenendo conto del fatto che l'unità di misura lineare usata dai druidi per progettare il bacino valeva circa 2 metri ci accorgiamo che il bacino misura 6x2 unità.
La planimetria suggerisce chiaramente che la forma ellittica era stata ottenuta intersecando due cerchi di raggio pari a 5 unità ciascuno i cui centri furono posti a 8 unità di distanza l'uno dall'altro.

La cosa stupefacente è che in questo modo la metà dell'asse maggiore della vasca viene ad essere lunga 3 unità, la distanza tra il centro della vasca e il centro di uno dei due cerchi 4 unità e il raggio di ciascuno dei due cerchi generatori vale 5 unità realizzando così il minimo triangolo rettangolo pitagorico.
Infatti il triangolo rettangolo con cateti lunghi rispettivamente 3 unità e 4 unità possiede l'ipotenusa lunga esattamente 5 unità.
La scoperta di questa proprietà dei triangoli rettangoli la dobbiamo alla scuola pitagorica durante il IV secolo a.C.

L'importanza del bacino monumentale di Bibracte è tra le altre cose proprio la dimostrazione che i druidi Edui conoscevano la Geometria pitagorica e la Matematica necessaria per eseguire i calcoli.

Un risultato accessorio è che l'asse maggiore del bacino è lungo a meno di un piccolo errore, comprensibile considerati i mezzi a disposizione di allora, come il lato del pentagono inscritto in ciascuno dei due cerchi generatori ed è noto che il numero cinque aveva un significato rituale
per i Celti.

La tecnica con cui il bacino monumentale di Bibracte fu progettato fu quindi quella di determinare sperimentalmente la direzione verso la quale era possibile osservare visualmente la levata eliaca della stella Antares più o meno nel periodo della festa di Trinuxtion Samoni, quindi fissata
su quella direzione la posizione del centro del bacino fu ottenuta la posizione, per tentativi, dei centri dei due cerchi generatori di raggio pari a 5 braccia finchè venne ottenuto il triangolo pitagorico "3, 4, 5".

Il profilo dell'intersezione tra i due cerchi fornì la forma richiesta per l'edificazione della vasca rituale.

L'asse minore del bacino monumentale punta, nella direzione opposta, verso il punto dell'orizzonte fisico locale, posto tra i profili delle alture di Chemin de la Croix e del Bouquet de la Gravelle, in corrispondenza del quale tramontava il Sole al solstizio d'estate.

Questo allineamento, permettendo la determinazione della data di solstizio, era di fondamentale importanza per i druidi in quanto la conoscenza del giorno in cui avveniva il solstizio permetteva di predire con esattezza la data della levata eliaca della stella Sirio che determinava la celebrazione
della festa di Lughnasa e l'annuale assemblea delle tribù galliche.

Durante l'età del Ferro la predizione era facile in quanto bastava aggiungere alla data del solstizio un mese lunare esatto, quindi ragionando utilizzando il calendario celtico, quale quello trovato a Coligny, bastava considerare lo stesso giorno del mese celtico seguente.

L'asse minore del bacino permetteva quindi ai druidi di Bibracte la pianificazione di due delle quattro feste fondamentali celebrate dai Celti.
I druidi di Bibracte non si limitarono solamente a costruire il bacino monumentale con criteri astronomici, ma molti altri reperti venuti recentemente alla luce mostrano che l'Astronomia era tenuta in grande considerazione nella città gallica.

Il bacino monumentale di Argentomagus

Il bacino monumentale di Argentomagus è quasi contemporaneo di quello di Bibracte, ma la sua forma è quadrata.
Il bacino vero e proprio misura circa 4.5 metri di lato e si trova al centro di una gradinata in pietra che si stende per almeno 7 metri lungo ognuno dei quattro lati.
La struttura quadrata risulta astronomicamente orientata infatti i due lati paralleli che puntano verso oriente sono diretti verso il punto dell'orizzonte locale dove durante il I secolo a.C. sorgeva la costellazione di Orione e in particolare la stella di prima grandezza Rigel.

Una situazione analoga la troviamo anche nella disposizione del nemeton di Libenice in Boemia.

Il lato perpendicolare il bacino è diretto con notevole accuratezza verso il punto di sorgere di Capella, un'altra stella di prima grandezza il cui sorgere eliaco segnava per i Celti la data della festa di Imbolc.

Le diagonali invece coincidono con alcuni punti notevoli solari e lunari. Infatti il Sole puo' essere visto sorgere lungo la diagonale NE-SW del bacino in prossimità del Solstizio d'Estate, pero' con un certo errore rispetto all'allineamento astronomicamente rigoroso.
Dal lato opposto puo' essere osservato il tramonto della Luna ad uno dei Lunistizi intermedi, evento che capita ogni 18.6 anni.

I casi descritti in questa sede costituiscono solo un piccolisimo esempio di quanto l'osservazione del cielo era importante per i Celti.
Nella letteratura epica irlandese troviamo un passo significativo relativo alle imprese giovanili di Finn, futuro capo dei Fianna, allevato dalla druidesse Bodhmall e Liath Luachra nella foresta di Slieve Bladhma.

Quando ebbe l'età adatta per apprendere, Bodhmall e Liath Luachra lo introdussero ai sacri precetti, testualmente tradotto dall'irlandese antico: "...poi gli insegnarono tutti i segreti delle arti druidiche: le virtù delle erbe, le abitudini degli animali del bosco e la loro voce, i nomi e le posizioni delle stelle nel cielo".

 

Copyright
Autore Adriano Gaspani | Pubblicato il 05/06/2003

Fonti
L'ASTRONOMIA E LE VASCHE MONUMENTALI DEI CELTI di Adriano Gaspani
I.N.A.F. - Istituto Nazionale di Astrofisica
Osservatorio Astronomico di Brera.
Via Brera, 28 - 20121 Milano - Italia